E IL VIAGGIO DELLA VITA
Testo tratto dal Romanzo Simbolico
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Capitolo 25
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Entrato nella sala, e dopo aver chiesto qualche minuto di silenzio, Guglielmo incominciò a leggere – lentamente, con voce profonda, e con molte pause.
Leggeva il testo introduttivo ai trenta giorni che i viaggiatori avrebbero trascorso a Lagofondo :
<< * La riduzione della Natura prima a suo esclusivo “valore di uso”, poi a “valore monetario” e infine a “valore finanziario” è una delle principali radici della nostra attuale distruttività suicida.
* La riduzione della Natura - da cui noi stessi siamo costituiti - a puro corpo "materiale" è cosa altrettanto suicida…
E’ un nichilismo che è alla base del Transumanesimo - esito estremo dello Scientismo.
* Si tratta di una ideologia in cui siamo immersi – che si propone di distruggere e ricostruire la nostra stessa natura umana – usando la manipolazione genetica e l'ibridazione uomo-computer.
E di procedere attraverso quel medesimo Paradigma tecno-scientifico che ha portato al collasso incontrollabile molti ecosistemi del pianeta.
Quel medesimo Paradigma Bellico che ha sviluppato la guerra ad "alta tecnologia", pensata - e praticata - per uccidere principalmente della gente inerme.
* Fondare la difesa della Natura sul concetto di interdipendenza umanità/natura, risulta ancora un richiamarsi al suo "valore d’uso" – anche se allargato e basato sulla razionalità, e l’istinto di auto-conservazione.
* Questo non è sufficiente a frenare l’impulso suicida della tecnoscienza – perché il suo potere ha radici più forti e profonde.
Infatti, il suo potere è basato sulla promessa di costruire non solo un riparo dai mali naturali – cosa utile e giusta - ma una quasi completa e irrealistica sicurezza di vita.
Il potere dello Scientismo si fonda quindi sul rifiuto del concetto stesso di auto limitazione - oltre che sulla paura dell' ambivalenza della Natura.
Una Ambivalenza che è reale e drammatica – perché la Natura, è nel contempo nostra nutrice e nostra distruttrice.
* Un riconoscimento di valore intrinseco della Natura - una sua "Sacralità" - appare indispensabile. In primis come ricerca di prospettiva e significato per la nostra vita.
- poi come possibile difesa collettiva dalla distruzione ecologica, e dalla disumanità che avanza...
Disumanità che avanza nelle nostre coscienze, non meno che nella marcia trionfale della civiltà delle macchine e dell'intelligenza artificiale.
* Tuttavia, questa nuova sacralizzazione può sembra tanto indispensabile quanto problematica da definire - nel suo significato e nei suoi fondamenti - a partire dalla definizione dei concetti stessi di “Natura” e di “Significato” - e ancor più dalla definizione della parola "Sacro".
Parola carica di storia, e quindi di luci e di ombre – come lo sono tutte le parole importanti.
* Questa è la sfida epistemologica e umana a cui cercheremo di fare fronte. Un compito ineludibile e pesante – ma che può essere, nel contempo, un appassionante cammino di conoscenza.
* E’ una sfida che propone come filo conduttore l’evoluzione interiore – contrapposta alla evoluzione tecnocratica.
E propone di trasformare una Scienza in preda al delirio di onnipotenza - in un pensiero scientifico "integrativo", che riconosce e ama i propri limiti...
Una Scienza umile e povera.
* Ma anche qui, nel campo dell’evoluzione psichica – come in un frattale - si incontreranno, ovunque, le opposte tendenze verso l’integrazione e la dis-integrazione. Verso il bene o verso il male.
* La ricerca di una salvezza nell'Anima, attraverso una sua evoluzione interiore, è il terreno su cui ovunque si è storicamente sviluppato il cammino spirituale – dentro, fuori e oltre la dimensione sociologica delle istituzioni religiose.
* In tutto questo, è fondamentale mantenere la consapevolezza che nell’Archetipo del Sacro è presente anche un lato tenebroso - un versante diabolico che lo capovolge e lo degrada in potere malefico.
Così come sempre è accaduto nella storia, dove grandi crimini si sono compiuti nel Nome di Dio - o in nome di una Ideologia Deificata.
* Ma anche ciò che è male può essere pensato – e sperato – come un passaggio ad un diverso e superiore "ordine integrativo" >>.